passaparola

giovedì 11 giugno 2009

Anche la rete imbavagliata


Con l'emendamento sulle intercettazioni viene colpita anche la rete. Credevamo che tutto era morto con la cancellazione del decreto D'Alia, invece il governo ha trovato il modo di fregarci; il maxi-emendamento infatti "introduce nel nostro Ordinamento l'obbligo di rettifica di qualsiasi testo che non piacesse a qualcuno entro 48 ore, pena una sanzione pecuniaria esorbitante, da 50.000 a 250.000€ per tutti i titolari di "siti informatici". Questo implica automaticamente, se non la chiusura, un drastico ridimensionamento dei social network tipo YouTube o Facebook o di blog come il nostro, per non parlare di Punto Informatico o Beppe Grillo. Si reintroduce pesantemente il reato di istigazione alla disobbedienza civile, con il quale sarà possibile, senza l'intervento della Magistratura, tacitare qualsiasi voce di dissenso nei confronti dei “potenti”.

Il governo sta così riuscendo a prendere il controllo anche di internet, dopo che Berlusconi è riuscito nell'intento di controllare il resto dell'informazione, ovvero le televisoni e i giornali. Questo è l'ennesimo colpo alla democrazia sferrato da questo governo, l'ennesimo tentativo di cancellare l'informazione libera. Ricordiamo che l'italia è stata inserita, dalla rivista di indagine giornalistica FreedoHouse, tra i paesi giudicati con livello di libertà di stampa "Parzialmente Libera", come Tongo, Botsawana, Timor Orientale,Antigua & Barbuda, Repubblica Domenicana, Fiji, Burkina Faso e dietro paesi come Sud Corea, Isole Solomon, Chile, Nauru, Namibia etc.
A voi i commenti; io sono triste per la fine che sta facendo il nostro paese.

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Posta la fiducia al DDL sulle intercettazioni



Il governo ha posto ieri la fiducia sull'emendamento riguardante le intercettazioni telefoniche. Il testo è molto lungo, ma c'è un'ampia sintesi sito dell'ansa.


EVIDENTI INDIZI COLPEVOLEZZA - Il Pm potrà chiedere di intercettare solo se ci saranno 'evidenti indizi di colpevolezza' e solo se saranno 'assolutamente indispensabili'. Nelle indagini di mafia e terrorismo basteranno 'sufficienti indizi di reato'. La richiesta dovrà essere autorizzata da un Gip collegiale del capoluogo del distretto. Ma il giudice dovrà poi compiere una valutazione autonoma del caso.

VIA IL MAGISTRATO CHE PARLA TROPPO - La toga che rilascia "pubblicamente dichiarazioni" sul procedimento affidatogli ha l'obbligo di astenersi. E sarà sostituito se iscritto nel registro degli indagati per rivelazione del segreto d' ufficio.

OMESSO CONTROLLO - Il ddl prevede l'ammenda da 500 a 1.032 euro per pubblici ufficiali e magistrati che ometteranno di esercitare "il controllo necessario ad impedire la indebita cognizione o pubblicazione delle intercettazioni".

DIVIETO PUBBLICAZIONE - Il testo cambia. Prima era vietato scrivere di tutto fino all'inizio del dibattimento. Ora si prevede che per le intercettazioni, anche quelle non più coperte da segreto, resti il divieto di pubblicazione anche parziale fino alla conclusione delle indagini preliminari. E sarà vietato pubblicare le richieste e le ordinanze emesse in materia di misure cautelari fino a quando l'indagato o il suo difensore non ne siano venuti a conoscenza. Dopo di ché se ne potrà pubblicare il contenuto. Fanno eccezione le intercettazioni riportate nelle ordinanze. Per quelle permane il divieto di pubblicazione.

RETTIFICHE SENZA COMMENTO - Cambia anche la norma sulle rettifiche perché nel ddl si dice che dovranno essere pubblicate nella loro interezza, ma "senza commento". E si disciplinano anche quelle su internet.

NO A NOMI E IMMAGINI PM - Stop alla pubblicazione di nomi o immagini di magistrati "relativamente ai procedimenti penali a loro affidati", salvo che l'immagine non sia indispensabile al diritto di cronaca.

CARCERE PER I GIORNALISTI - Torna il carcere per i cronisti, ma la pena diventa da 6 mesi a un anno (era da uno a 3 anni) quindi oblabile: cioé trasformabile in sanzione pecuniaria.

REATI INTERCETTABILI - Potranno essere intercettati tutti i reati con pene oltre i 5 anni, compresi quelli contro Pubblica Amministrazione; ingiuria; minaccia; usura; molestia; traffico-commercio di stupefacenti e armi; insider trading; aggiotaggio; contrabbando; diffusione materiale pornografico anche relativo a minori.

INTERCETTAZIONI AMBIENTALI - Si potranno usare le 'cimici' solo per spiare luoghi nei quali si sa che si sta compiendo un'attività criminosa. Unica eccezione per i reati di mafia, terrorismo e per quelli più gravi.

LIMITI DI TEMPO - Non si potrà intercettare per più di 60 giorni: 30 più 15 più 15. Per reati di mafia, terrorismo o minaccia col mezzo del telefono si può arrivare a 40 giorni prorogabili di altri 20.

RELAZIONE SU SPESE E 'TETTO' - Ci sarà un tetto di spesa stabilito dal ministero della Giustizia, sentito il Csm. Entro il 31 marzo ogni procuratore trasmetterà a Via Arenula una relazione sulle spese per le intercettazioni dell'anno precedente.

PROCEDIMENTO CONTRO IGNOTI - Le intercettazioni potranno essere richieste solo dalla parte offesa e solo sue sue utenze.

ARCHIVIO RISERVATO E DIVIETO DI ALLEGARE VERBALI A FASCICOLO Telefonate e verbali saranno custoditi in un archivio presso la Procura. E le registrazioni saranno fatte con impianti installati nei Centri di intercettazione istituiti presso ogni distretto di Corte d'Appello. I procuratori dovranno gestire e controllare questi Centri e avranno 5 giorni per depositare verbali e intercettazioni. Se dal loro deposito però ci sarà pregiudizio per le indagini, si potrà ritardare la consegna, ma non oltre la data dell'avviso della conclusione delle indagini preliminari. Vietato allegare le intercettazioni al fascicolo.

NO A UTILIZZO IN PROCEDIMENTI DIVERSI - Le intercettazioni non potranno essere usate in procedimenti diversi da quelli nei quali sono state disposte. Salvo i casi di mafia e terrorismo.

STOP A INTERCETTAZIONI PER 007 - Se un Pm volesse intercettare un telefono usato da esponenti dei Servizi e quindi anche da 'body guard' dovrà informarne entro 5 giorni il presidente del Consiglio che potrà apporre il segreto di Stato.





Probabilmente intercettazioni come questa non potranno più essere fatte. Molto bene!

Intanto il giornale "La Repubblica" ha iniziato una campagna per raccogliere firme contro il decreto. Secondo La repubblica "I giornali hanno il dovere di informare perché i cittadini hanno il diritto di conoscere e di sapere. La nuova legge sulle intercettazioni telefoniche è incostituzionale, limita fortemente le indagini, vanifica il lavoro di polizia e magistrati, riduce la libertà di stampa e la possibilità di informare i cittadini. Per questo va fermata."

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martedì 9 giugno 2009

L'Aquila ferita: revocata la sospensione fiscale


Come volevasi dimostrare, appena dopo le elezioni, Berlusconi ha fregato tutti gli aquilani. Infatti i comuni che non fanno parte dei 49 inseriti nel cratere del terremoto non usufruiranno di agevolazioni fiscali. L'ordinanza è stata firmata dal premier sabato 6 giugno ma è stata resa nota solo ieri, lunedi 8 giugno a elezioni finite. L'ordinanza dice che le agevolazioni fiscali per i comuni che non rientrano nella lista terminano il 30 giugno. I versamenti non effettuati nel predetto periodo di sospensione sono eseguiti entro il 16 luglio 2009. Gli adempimenti i cui termini scadono nel periodo oggetto della sospensione dovranno essere effettuati entro il 30 settembre. Tutti i contribuenti che si sono avvalsi della sospensione dovranno versare le ritenute non subite in cinque rate mensili di pari importo a partire dal 16 luglio 2009.

Mi dispiace per gli aquilani che si sono fatti fregare da Berlusconi, credendo alle sue ennesime bugie e votando per lui alle elezioni. Spero che sia l'unica fregatura per L'Aquila visto che hanno davvero bisogno di aiuto, ma il governo pensa solo a se stesso.

Italiani sveglia! Berlusconi è un bugiardo truffatore e questa è solo l'ennesima prova. Non continuate a sostenerlo.

Fonte: ilmessagero.it

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lunedì 8 giugno 2009

Fuorionda ridicolo al TG5

Da quando non è più Mentana il direttore del TG5, il telegiornale è diventanto una barzelletta simile a Studio Aperto. Lo sappiamo tutti che il PD e il PDL hanno perso le europee e al TG5 sfoderano un bel servilismo nei confronti di papi Berlusconi; per mascherare la sconfitta, il gironalista Gioacchino Bonsignore, a proposito del calo dei consensi del PDL, in un fuori onda dice "NON PENSERAI MICA CHE LO DICIAMO !".



Questo si che significa essere giornalisti. Mica sono di parte a Mediaset e Berlusconi a proprio ragione a dire che sono tutti contro di lui. Povera Italia, quando riusciremo a liberarci finalmende di Berlusconi e della sua banda di leccaculo?

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domenica 7 giugno 2009

Altre 2 foto pubblicate da El Paìs


Mentre continua la lotta del Berlusca contro El Pais per le foto di villa Certosa, il giornale spagnolo non si lascia spaventare dal nuovo Mussolini e dal suo lecchino Ghedini; infatti sono state pubblicate on-line altre due foto con un articolo intitolato "Anatomia di Berlusconilandia".
Intanto in Italia dobbiamo chinarci alla dittatura di sua maestà; il garante della privacy ribadisce che è "illecito riprendere e comunque utilizzare immagini di persone all'interno di una privata dimora senza il loro consenso e con l'uso di tecniche particolarmente invasive. Allo stato dei fatti sembra che le foto pubblicate da El Pais non rispettino tali principi". L'Autority inoltre "raccomanda agli organi di informazione italiani il piu' attento rispetto della normativa sulla privacy e del codice deontologico dei giornalisti e di attenersi ai principi affermati dalla giurisprudenza nazionale e internazionale e dai precedenti interventi del Garante".
Che schifo: quello che all'estero si chiama libertà in Italia si chiama violazione della privacy.

Potete trovare qui le nuove foto e l'articolo

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Non votate Berlusconi


In questi giorni sto pensando molto a quale sarà l'esito di queste elezioni europee. Con tutto quello che è successo in questo perido, se fossimo in un paese normale, il nostro premier non è che si sarebbe dimesso per l'immensa vergogna, ma sarebbe addirittura in galera per il noto caso Mills, o forse non così noto visto che in TV si parla solo di veline e non di cose serie. Nonostante tutto, a causa del potere mediatico che Berlusconi possiede, ho paura che sarà ancora lui a vincere, quando invece dovremmo levarcelo dalle scatole per il bene dell'Italia.

Per chi non lo sapesse ancora, Forza Italia, ora PDL, è stato fondato da Berlusconi insieme a Dell'Utri, condannato a 9 anni e due mesi per mafia, il quale ha portato ad Arcore un certo Vittorio Mangano, condannato per mafia, omicio e spaccio internazionale di droga da Giovanni Falcone.
Se questo non vi basta a dissuadervi dal votare Berlusconi, pensate a cosa fa realmente al governo Berlusconi, ovvero leggi "ad personam" per il suo interesse e non per quello del paese. Pensate a tutte le cazzate e gaffe che fa in giro per il mondo o pensate al suo fare altezzoso e irrispettoso e ai suoi toni sempre violenti nei confronti di chi non la pensa come lui.
Se ancora vorrete votarlo leggete questi motivi per non votarlo, oppure leggete tutte i suoi processi e condanne.

Se hai letto bene tutto quanto, pensa bene a chi voti oggi.

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venerdì 5 giugno 2009

Consenso del 70%?

Sarà verso che il PDL di sua maestà Berlusconi gode di un consenso superiore al 70%? Speriamo proprio di no. Comunque sono felice di vedere che in Italia c'è ancora gente con un pò di buon senso che riesce a ragionare col proprio cervello, senza farsi raggirare dalla disinformazione che ormai ci stritola da tutte le parti.

Contestazione Prato
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Contestatzione Bari
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Contestazione L'Aquila
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Contestazione Napoli
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Contestazione Firenze
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Video 2

Contestazione Nuoro
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Contestazione Alghero
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Cade la maschera del clown


questo il titolo tradotto in italiano di un articolo pubblicato dal Times qualche giorno fa.
Dice il Times: "L'aspetto più disgustoso del comportamento di Berlusconi non è il fatto che sia un buffone sciovinista... Ma la cosa più scioccante è il modo in cui lui tratta l'opinione pubblica italiana. Per l'anziano primo ministro può essere interessante o addirittura affascinante comportarsi come un playboy, gridando ai 4 venti le sue conquiste..."
Il giornale inglese fa notare come "quando domande legittime gli vengono poste riguardo le sue relazioni scandalose, e i giornali lo sfidano a spiegare i suoi comportamenti, la maschera del clown cade. Lui minaccia questi stessi giornali e stazioni televisive, da lui stesso controllate, invoca la legge per proteggere la sua privacy, dà alla stampa risposte evasive e contraddittorie, per poi melodrammaticamente promettere di dimettersi nel caso siano scoperte le sue bugie".
Nell'articolo viene ricordato inoltre lo scandalo che convolse Clinton. "La vita privata di Berlusconi è ovviamente privata. Ma come il presidente Clinton ha scoperto a sue spese, gli scandali non guardano in faccia a nessuno".
Il Times infine critica il Premier che, dopo aver assicurato di fare chiarezza, ha fatto bloccare le foto di villa Certosa. Intanto 5 scatti sono stati pubblicati sul sito del giornale spagnolo el Pais.

Potete trovare qui tutta la traduzione dell'articolo del times.

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mercoledì 3 giugno 2009

Chi è Marcello Dell'Utri?

L'11 dicembre 2004 la V sezione penale del Tribunale di Palermo condanna in primo grado Marcello Dell'Utri a 9 anni di reclusione più 2 anni di libertà vigilata più l'interdizione perpetua dai pubblici uffici per concorso esterno in associazione mafiosa e il suo coimputato Gaetano Cinà, uomo d'onore della famiglia di Malaspina, a 7 anni per associazione mafiosa; i PM avevano chiesto 11 anni per Dell'Utri e 9 per Cinà. I 9 anni vanno ad aggiungersi ai 2 anni, rimediati in primo grado a Milano, per tentata estorsione e ai 2 anni e 6 mesi definitivi, rimediati a Torino, per le false fatturazioni e frodi fiscali di Publitalia.
Dell'Utri, braccio destro di Berlusconi, è l'ideatore e fondatore della Fininvest/Mediaset e di Forza Italia....vediamo come.

Marcello Dell'Utri nasce a Palermo l'11 settembre del 1941, studia in collegio dai Salesiani e frequenta poi i Gesuiti a Palermo. Conseguita la maturità classica nella sua città natale, si trasferisce a Milano e si laurea in giurisprudenza presso l'Università Statale, dove conosce e stringe amicizia con Silvio Berlusconi.
A 23 anni comincia a lavorare come segretario per il ventottenne Berlusconi e mentre allena una piccola squadra di calcio, il Torrescalla, sponsorizzata dall'amico Silvio.
Dopo un anno lascia Berlusconi e Milano per trasferirsi a Roma, dove dirige il Centro Elis, una scuola di formazione sportiva dell'Opus Dei.
Nel 1967 torna a Palermo dove fa il direttore sportivo presso l'Athletic Club Bagicalupo, dove dice di aver conosciuto Vittorio Mangano e Gaetano Cinà, entrambi uomini d'onore.
Nel 1970 viene assunto alla Cassa di Risparmio delle province siciliane, a Catania, per poi trasferirsi l'anno dopo in una filiale vicino Palermo.
Nel 1973 viene promosso alla direzione generale della Sicilcassa a Palermo.
Il 5 marzo del 1974 si dimette dalla banca e si trasferisce a Milano, come segretario particolare di Berlusconi. Dell'Utri segue i lavori di ristrutturazione della villa di Arcore, appena acquistata da Silvio ad un prezzo irrisorio grazie a Cesare Previti, tutore della proprietaria, e ingaggia come "stalliere" Vittorio Mangano, mafioso palermitano della famiglia di Porta Nuova condannato all'ergastolo per mafia, per proteggere Berlusconi e la famiglia da possibili rapimenti o attentati da parte della mafia catanese, difatti accompagna i figli a scuola e cura la sicurezza della villa. L'assunzione è suggellata da un incontro a Milano fra Dell'Utri, Berlusconi, il boss Bontate e Teresi, che si chiude con promesse di reciproca disponibilità.
Mangano viene arrestato un paio di volte dai Carabinieri per scontare pene definitive e ogni volta, uscito dal carcere, viene riaccolto in villa come se nulla fosse accaduto.
Nel 1976 un giornale lombardo scrive che Berlusconi ospita un mafioso in casa sua e, nonostante Dell'Utri e Confalonieri fanno di tutto per trattenerlo, Mangano lascia la villa di Arcore, mentre Berlusconi con la famiglia si trasferisce prima in Svizzera e poi in Spagna.
Il 24 ottobre 1976 Dell'Utri si trova insieme a Mangano e ad altri mafiosi alla festa di compleanno del boss catanese Calderone, al ristorante "Le Colline Pistoiesi" di Milano.
Un anno dopo anche Dell'Utri lascia Berlusconi e la Edilnord perchè infastidito dal fatto che Silvio non lo considera capace di fare il dirigente nel gruppo del Biscione.
Raccomandato da Cinà diventa amministratore delegato della Bresciano Costruzioni, un'azienda del gruppo Rapisarda, considerato un luogo privilegiato di passaggio dei capitali mafiosi. In breve tempo tutto il gruppo va in bancarotta fraudolenta; Dell'Utri incriminato a piede libero perde il lavoro, mentre Rapisarda fugge latitante in Venezuela, grazie al passaporto intestato al fratello di Dell'Utri.
Nel frattempo Berlusconi si iscrive alla loggia massonica segreta P2.
Il 19 aprile 1980 si sposa a Londra Jimmy Fauci, pluripregiudicato amico dei boss, che gestisce il traffico di droga fra Italia, Gran Bretagna e Canada; alle nozze partecipa anche Dell'Utri con l'amico di una vita Cinà.
Il 5 maggio 1980 Mangano è arrestato da Giovanni Falcone per traffico internazionale di droga e resterà in carcere per 11 anni. Un anno dopo vengono uccisi dai corleonesi di Totò Riina i boss mafiosi Bontate e Teresi, "titolari" della disponibilità di Berlusconi; il loro posto, nel rapporto con Arcore, viene preso dai fratelli Pullarà.
Bisogna dire che fra il 1975 e il 1983 nelle holding Fininvest affluiscono 113 miliardi di lire dell'epoca di provenienza misteriosa, e una buona parte addirittura in contanti. Difatti in quel periodo il boss Bontate diventa socio delle TV Fininvest, investendovi grossi capitali mafiosi.
Nel 1983 le pretese di denaro, da parte dei Pullarà e quindi di Cosa Nostra, si fanno sempre più ingenti, allora il Cavaliere richiama Dell'Utri alla Fininvest e nonostante il disastro della Bresciano lo promuove amministratore delegato e presidente di Publitalia.
L'11 novembre dello stesso anno la Polizia irrompe a casa di un socio del boss catanese Corallo per arrestarlo e vi sorprende anche Dell'Utri.
Fra il 1984 e il 1986 Dell'Utri raggiunge un accordo, tramite Cinà, con Pippo Di Napoli che rappresenta Riina, attraverso il quale la Fininvest si impegna a versare a titolo di regalo una quota annua di 200 milioni a loro e non più ai Pullarà. Riina spera di arrivare tramite Berlusconi a Craxi, grande amico del Cavaliere, e ordina a tutta Cosa Nostra di abbandonare la DC e votare il PSI.
Ma la mafia non è contenta di Berlusconi e del gruppo Fininvest e così ricomincia con gli attentati intimidatori, fra cui quelli ai negozi e ai magazzini della Standa a Catania, fatti per cui non fu sporta denuncia; in quel periodo invece risultano numerosi i viaggi di Dell'Utri a Catania, forse per riconciliare con il boss Santapaola, reggente della mafia catanese.
Nel 1991 Mangano esce dal carcere e tenta di riprendersi l'esclusiva dei rapporti con Dell'Utri e Berlusconi, ma Riina gli manda a dire che ormai "li ha nelle mani lui per il bene di tutta Cosa Nostra".
Nel 1992 Vincenzo Garraffa, senatore del PRI e presidente della Pallacanestro Trapani, riceve la visita del boss Vincenzo Virga, condannato per omicidio e oggi in carcere, per riscuotere un presunto credito e dice che lo manda Dell'Utri. L'episodio è denunciato da Garraffa, e il processo giunge al primo grado di giudizio nel maggio 2004 quando il Tribunale di Milano condanna Dell'Utri e Virga a 2 anni per tentata estorsione. Nel frattempo, mentre infuria Tangentopoli, Dell'Utri ingaggia l'ex democristiano Ezio Cartotto per studiare un'iniziativa politica della Fininvest in previsione del crollo dei partiti amici.
Il 19 luglio dello stesso anno, a 55 giorni dall'assassino di Giovanni Falcone, viene ucciso Paolo Borsellino, poche settimane dopo aver rilasciato un'intervista nella quale parla di indagini in corso a Palermo su Mangano, Dell'Utri e Berlusconi.
Il 4 aprile 1993 Berlusconi incontra Craxi ad Arcore e decide di impegnarsi in politica.
Dopo vari attentati, fra cui quello a Maurizio Costanzo che si oppone all'entrata in politica, si giunge ad un accordo fra Provenzano e Dell'Utri: fine delle stragi in cambio dell'alleggerimento della pressione poliziesca e giudiziaria, dei sequestri dei beni e della legge sui pentiti. Provenzano convoca Cosa Nostra e dice: "Con Dell'Utri siamo in buone mani".
Il 28 marzo del 1994 Berlusconi vince le elezioni e diventa Presidente del Consiglio, mentre Dell'Utri rimane alla guida di Publitalia.
Il 25 maggio 1995 Dell'Utri è arrestato a Torino per aver inquinato le prove sull'inchiesta sui fondi neri di Publitalia. L'anno successivo diventa deputato di Forza Italia e poco dopo viene condannato in primo grado a 3 anni, che in appello diventano 3 anni e 2 mesi e in Cassazione, grazie al patteggiamento, 2 anni e 6 mesi definitivi.
Nel 1998 è sorpreso e filmato dalla DIA a Rimini mentre incontra un falso pentito che sta organizzando un complotto per screditare i pentiti che accusano Dell'Utri. Il GIP di Palermo dispone la sua cattura, ma la Camera, a maggioranza Ulivo, nega l'autorizzazione all'arresto.
Il 13 giugno 1999, grazie ai voti dei "picciotti", Dell'Utri viene eletto al Parlamento europeo, nel colleggio Sicilia-Sardegna.
Il 13 maggio 2001 Dell'Utri diventa senatore, mentre Berlusconi torna al governo e così la condanna penale a 9 anni per concorso esterno in associazione mafiosa inflittagli nel 2004, diventa una condanna politica che ha come obbiettivo screditare Berlusconi.

Fonte: zam.it



Berlusconi difende Dell'Utri e Mangano


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Chi è Vittorio Mangano?

Vittorio Mangano (Palermo, 18 agosto 1940 – Palermo, 23 luglio 2000) è stato un criminale italiano legato a Cosa Nostra, conosciuto - attraverso le cronache giornalistiche che hanno seguito gli iter processuali che lo hanno visto coinvolto - con il soprannome di lo stalliere di Arcore.

Fu indicato al maxiprocesso di Palermo, sia da Tommaso Buscetta che da Totò Contorno, come uomo d'onore appartenente a Cosa Nostra, della famiglia di Pippo Calò, il capo della famiglia di Porta Nuova (della quale aveva fatto parte lo stesso Buscetta).

Fu stalliere (con funzioni di amministratore) nella villa di Arcore di Silvio Berlusconi, nella quale visse tra il 1973 e il 1975. Era stato proposto per quell'incarico da Marcello Dell'Utri. Il 28 novembre 1986 un attentato dimamitardo alla villa milanese creò danni alla cancellata esterna e Berlusconi parlando al telefono con dell'Utri accusò Mangano.

Il nome di Mangano viene citato dal Procuratore della Repubblica Paolo Borsellino in una sua intervista, rilasciata il 19 maggio 1992 (ai giornalisti Jean Pierre Moscardo e Fabrizio Calvi), riguardante i rapporti tra mafia, affari e politica, due mesi prima di essere ucciso nell'attentato di via d'Amelio. Borsellino affermò nell'intervista che Mangano era "uno di quei personaggi che ecco erano i ponti, le teste di ponte dell'organizzazione mafiosa nel Nord Italia".

Il 19 luglio 2000 Mangano fu condannato all'ergastolo per il duplice omicidio di Giuseppe Pecoraro e Giovambattista Romano, quest'ultimo vittima della "lupara bianca" nel gennaio del 1995. Di questo secondo omicidio Mangano sarebbe stato l'esecutore materiale. Verrà inoltre sospettato di aver rapito il principe Luigi D'Angerio dopo una cena alla villa di Silvio Berlusconi, il 7 dicembre 1974.

Il pentito Salvatore Cancemi divulgò la notizia che la compagnia Fininvest di Berlusconi, attraverso Marcello Dell'Utri e Mangano, pagò a Cosa Nostra 200 millioni di lire (100.000 euro) annualmente e in base agli accordi presi con Cancemi, in cambio di una legislazione che avrebbe favorito Cosa Nostra, in particolare l'articolo 41 bis che regolamenta le prigioni. Invece non solo il 41 bis venne rinnovato durante l'ultimo governo Berlusconi, ma reso definitivo.

Mangano, malato di tumore, morì pochi giorni dopo la sentenza, il 23 luglio 2000, in carcere, dov'era già da cinque anni per reati per cui era stato precedentemente condannato (traffico di stupefacenti, estorsione)

Fonte: wikipedia

Frasi di Vittorio Mangano

Per me Berlusconi era proprio come un parente. La fiducia che aveva in me era pari a quella che io avevo in lui e nella sua famiglia. A Berlusconi ci voglio bene, fino a oggi. È una persona onesta, scrivetelo. (da Corriere della sera, 14 luglio 2000)

Citazioni su Vittorio Mangano

Berlusconi ha assunto Mangano, gliel'ho presentato io, è verissimo, tra tante persone che c'erano in concorso per quella posizione, e ai quali Berlusconi ha addirittura affidato la casa, e il signor Mangano accompagnava anche i figli di Berlusconi a scuola. Non vedo niente di strano nel fatto che io abbia frequentato in questa maniera il signor Mangano, e lo frequenterei ancora adesso. (Marcello Dell'Utri)

Il fattore Vittorio Mangano, condannato in primo grado all'ergastolo, è morto per causa mia. Mangano era ammalato di cancro quando è entrato in carcere ed è stato ripetutamente invitato a fare dichiarazioni contro di me e il presidente Berlusconi. Se lo avesse fatto, lo avrebbero scarcerato con lauti premi e si sarebbe salvato. È un eroe, a modo suo. (Marcello Dell'Utri)

Per quanto riguarda Mangano, che non era uno stalliere, era il fattore che avemmo ad Arcore con tutta la sua famiglia, madre, moglie e due figli che lui accompagnava all'asilo tutte le mattine insieme ai miei bambini, era una persona che con noi si è comportata benissimo. Poi ha avuto delle disavventure nella vita che lo hanno messo un po' in mano ad una organizzazione criminale. Lui eroicamente, sono d'accordo con Dell'Utri, pur essendo così malato non inventò mai nessuna cosa contro di me e lo lasciarono andare il giorno prima della sua morte. Stava morendo in carcere, ben quindi dice Dell'Utri nel considerare eroico un comportamento di questo genere. (Silvio Berlusconi)

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